I ritardi confermati dal MEF mettono a rischio gli investimenti da parte delle imprese

Industria 5.0

Il nuovo piano Transizione 5.0 è formalmente in vigore dal 2 marzo scorso, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge n. 19/2024 che all’articolo 38 definisce la nuova struttura delle agevolazioni per le imprese. L’attuazione delle regole per usufruire dei fondi PNRR quater era attesa entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto e quindi entri i primi giorni di Aprile.

 Ma ad oggi le novità introdotte dal nuovo decreto agevolazioni restano ancora in stand-by, in attesa dei decreti attuativi del MIMIT (Ministero per le Imprese ed il Made in Italy) chiamati a definire regole e procedure per l’accesso e il controllo delle spese agevolabili.

Il 29 Maggio nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze alla Camera il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha fornito dettagli sul provvedimento ad oggi ancora nelle mani del MIMIT con un evidente ritardo nelle fase di avvio della Transizione 5.0 che sta portando come conseguenza lo stallo degli investimenti da parte delle imprese.

Stando alle dichiarazioni rese dai Ministeri competenti il decreto sarà valutato nei prossimi giorni dal MEF per le parti di propria competenza e, in parallelo, gli altri ministeri coinvolti nel processo stanno lavorando ad una circolare contenente le istruzioni operative sia per quanto concerne il tema dei crediti d’imposta 4.0 che sui nuovi incentivi 5.0.

E’ stato definito come un decreto complesso, soprattutto nella parte riguardante il Piano Transizione in ottica green disegnato per le imprese ed è proprio questa complessità ad aver causato i ritardi nell’effettivo avvio delle agevolazioni.

Nel frattempo le imprese intenzionate ad attingere al fondo da 6,3 miliardi stanziato proprio per la Transizione 5.0 rallentano se non addirittura fermano completamente gli investimenti.

Ma cosa sta generando questo ritardo?

Le criticità sono legate alla mancanza di regole certe sui seguenti temi:

  • Adempimenti
  • Comunicazioni
  • Requisiti specifici richiesti,.

E sono proprio queste regole certe che al momento mancano quelle che le imprese chiedono per riprendere ad investire

Nello specifico, devono essere definiti con decreto MIMIT, di concerto con il MEF e sentito il Ministro dell’Ambiente:

  • il contenuto e le modalità e i termini di trasmissione delle comunicazioni, delle certificazioni e dell’eventuale ulteriore documentazione atta a dimostrare la spettanza del beneficio, compresa l’attestazione dell’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura, della congruità e della pertinenza delle spese sostenute;
  • i criteri per la determinazione del risparmio energetico conseguito e dell’esistenza degli ulteriori requisiti tecnici correlati agli investimenti;
  • il costo massimo ammissibile, calcolato in euro/kW, degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e, in euro/kWh, dei sistemi di accumulo;
  • le procedure di fruizione del credito d’imposta, nonché di controllo, esclusione e recupero del beneficio atte a garantire il rispetto della normativa nazionale ed europea;
  • le modalità finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa;
  • l’individuazione dei requisiti dei soggetti autorizzati al rilascio delle certificazioni per la fruizione delle agevolazioni e delle coperture assicurative di cui gli stessi devono dotarsi;
  • l’individuazione delle eccezioni e delle specifiche connesse agli investimenti non agevolabili;
  • le modalità con le quali è effettuato il monitoraggio in ordine al concorso della misura al raggiungimento degli obiettivi in materia di cambiamenti climatici, in conformità all’ allegato VI del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021.

Le imprese restano quindi in attesa della pubblicazione del decreto attuativo per analizzare meglio i contorni del piano di Transizione 5.0, capire la modalità operativa e le procedure per l’accesso alla nuova struttura di agevolazioni e far ripartire la macchina degli investimenti