Le statistiche rivelano la relazione tra energia, PIL e crescita economica

Siamo nel 2019. Viviamo nell’era della scienza, della tecnologia… del progresso. Ogni giorno aspiriamo a una crescita economica, sinonimo di “sviluppo”. La vera domanda è: ”Che cosa s’intende per sviluppo?”. Tante sono le definizioni che ci vengono fornite ma sono sufficienti tre parole-chiave per capire il concetto. “Sviluppo” è “Aumento di Ricchezza e Benessere”. Appare subito chiaro come lo “sviluppo” sia l’oggetto del desiderio di tutti gli stati del mondo. Sorge spontanea, allora, un’altra domanda: “Come si ottiene lo sviluppo?”. Analizzando le statistiche elaborate tra il 1997 e il 2001 dall’EIA (Energy Information Administration), agenzia governativa statunitense, si può tentare di trovare una risposta esaustiva. Partendo dal semplicistico postulato: sviluppo=crescita economica=aumento del PIL (Prodotto Interno Lordo), dai grafici notiamo come in tutti paesi all’aumento del PIL, che deriva da una crescita economica che andremo a dimostrare successivamente, corrisponde un incremento del consumo di energia. Analizziamo più nel dettaglio cifre e dati. Prendendo in considerazione le statistiche del 1997, è possibile constatare come si anticipi, tra il 2001 e il 2025, un raddoppiamento del PIL dell’America del Nord (fino a raggiungere i 20 trilioni di dollari*), seguito da quello dell’Europa occidentale (che dai 10 trilioni arriverà ai 15). Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, i PIL di Cina e India, che nel 2001 si classificano al secondo posto superati da quelli di altri paesi asiatici, triplicheranno nel 2025 raggiungendo circa i 7 trilioni di dollari totali. Anche per l’America centrale e meridionale si prevede un aumento del PIL pari al suo doppio, arrivando quasi a toccare i 4 trilioni, mentre Africa e Medio Oriente dovranno accontentarsi nel 2025 di un po’ meno di 2 trilioni di dollari che, sebbene possa sembrare una crescita minima, corrisponde al doppio del PIL posseduto nel 2001. Appurato, dunque, che qualsiasi parte del mondo si prenda in esame, questa incrementerà il suo PIL (in misura differente), studiamo ora l’andamento globale del consumo di energia. Dalle statistiche del 2001 risulta un raddoppio del consumo mondiale di energia primaria nel trentennio 1970-2001 destinato a triplicarsi nel 2025, con 623 quadrilioni di Btu (unità inglese di misura del calore) di energia usata. Distinguendone il consumo per Regione, si nota come nel 1970 i paesi industrializzati utilizzavano il triplo di energia rispetto agli altri paesi mentre nel 2001, anno in cui è stata pubblicata la ricerca, tra i paesi industrializzati e i paesi in via di sviluppo vi è un distacco di soli 60 quadrilioni di Btu (circa 210-140 quadrilioni) destinato ad assottigliarsi fino a 20 quadrilioni nel 2025. Diverso, invece, è l’andamento per l’Europa dell’Est ed ex URSS le quali, dopo aver lievemente aumentato il consumo di energia nel 1989, hanno avuto un calo raggiungendo un plateau nel 2001. Anche la quantità di energia utilizzata è e sarà, nel complesso mondiale, aumentata. In particolare, è il petrolio a detenere il primato con 100 quadrilioni di Btu prodotti nel 1970, 150 quadrilioni nel 2001 e un ipotizzabile cifra di 290 quadrilioni nel 2025. Il secondo e il terzo posto vanno, rispettivamente, al consumo di gas naturale e di carbone che tra il 2001 e il 2010 si sono invertiti, portando il primo a 130 quadrilioni di Btu prodotti e il secondo a 150 quadrilioni. Un terzo di questa cifra equivale al consumo di energia proveniente dalle energie rinnovabili nel 2025, nonostante precedentemente abbiano avuto scarso utilizzo. Unica fonte energetica a perdere importanza sarà il nucleare che, sebbene tra il 2001 e 2015 il volume di energia nucleare installata nel mondo crescerà di 54 Gigawatts (da 353 a 407 Gigawatts), nel 2025 scenderà nuovamente sotto i 400 Gigawatts. Andamento opposto è previsto per il gas naturale il cui consumo, secondo le stime de 2003, avrebbe dovuto raddoppiare nei 25 anni compresi tra il 2001 e il 2025 (da 90 a 176 trilioni di piedi cubi) ma che una successiva stima del 2004 ha ridimensionato concedendo 151 trilioni invece di 176. Trovata, dunque, una corrispondenza tra aumento del PIL e consumo di energia, proviamo a relazionarli a un’ipotetica crescita economica che, come precedentemente affermato, è sintomo di “sviluppo”. Le proiezioni forniteci dall’EIA rivelano come, qualsiasi sia la crescita economica ipotizzata, sia il PIL sia il consumo di energia mondiale aumentano. Più dettagliatamente, tra il 1970 e il 2025, il PIL aumenterà più del triplo in caso di bassa crescita economica (da 15 a 53 trilioni di dollari), quadruplicherà se la crescita economica seguirà la tendenza in base alla situazione degli anni 1970-2001 (da 15 a 63 trilioni di dollari), fino a raggiungere il quintuplo in caso di alta crescita economica (da 15 a 75 trilioni di dollari). Il consumo di energia stimato, invece, differirà nel 2025 di 100 quadrilioni di Btu in base al livello di crescita economica: 500 quadrilioni in caso di bassa crescita economica, 600 quadrilioni se la crescita economica seguirà la tendenza in base alla situazione degli anni 1970-2001, 700 quadrilioni in caso di alta crescita economica. Avuta conferma della validità dell’equazione: consumo di energia=aumento del PIL=crescita economica, risulta indispensabile capire se lo sviluppo mondiale preannunciato dall’agenzia governativa statunitense sia “sostenibile”. Quel che è certo è che le attuali fonti di energia utilizzate sono fortemente inquinanti, portando le emissioni di CO₂ totali a circa 35 bilioni di tonnellate, più del doppio rispetto al 1970. Ecco che, allora, nasce un problema di definizione: se abbiamo presupposto che “sviluppo” significa “crescita economica”, la quale abbiamo appena dimostrato deriva da un aumento del PIL, il quale è a sua volta legato al consumo di energia che si affida a fonti fortemente inquinanti e dannose per l’ambiente, e se abbiamo definito lo “sviluppo” come aumento non solo di ricchezza ma anche di benessere, come possiamo parlare di “sviluppo” se quest’ultimo presuppone un degrado ambientale che va a minare la nostra qualità di vita?! La soluzione è semplice: il vero e unico sviluppo è solo quello sostenibile, eredità per i nostri successori. Energia è sviluppo? Sì, se le fonti energetiche rispettano noi, l’ambiente e il futuro.
*dollari americani

Di Ludovica Violato